Il Beagle Elizabeth e il  Beagle Nano Tra leggenda e realtà.

Tolliver
Il mitico "Micky", che Andrew Brace rese celebre

Oggi sempre più spesso agli allevatori viene richiesto non più semplicemente un cucciolo ma un cucciolo nella variante Elizabeth o Nano.
Questo perché sul web esistono intere pagine e interi siti, anche specializzati dove vengono catalogate e descritte queste varianti, indicandone lo standard e le caratteristiche, tra le quali quella più ammaliante della misura ridotta della taglia. Viene spontaneo quindi, soprattutto per chi abiti in appartamento, pensare e optare per queste varianti vittima inconsapevole di quanto letto sul web.
Facciamo allora un po’ di chiarezza ripercorrendo la storia delle origini della razza.
È vero, I Beagles Elizabeth, Pocket Beagles o Dwarf (nani) Beagles sono  esistiti ed erano cani che misuravano dai 18 ai 25 cm d’altezza, chiamati così in onore della regina Elizabeth I che li predilesse, li allevò e che si diffusero in Gran Bretagna fino al XIX secolo.
A causa della loro dimensione ridotta però non riuscivano facilmente a riprodursi e soprattutto a cacciare per cui, un po’ alla volta, cominciarono a scomparire ed anche tentativi seguenti di allevatori inglesi di far rivivere il mini Beagle agli inizi del ’900 fallirono e quindi si estinsero.

Oggi la denominazione “Beagle Elizabeth” e/o “Nano” non è riconosciuta dalla Federazione Cinologica Internazionale e dall’ American Kennel Club.
La FCI classifica le misure dello standard di questa razza entro un unico intervallo con limite inferiore di 33 cm e limite superiore di 40 cm al garrese.
L’ AKC riconosce due varietà, quella da 13 pollici (33 cm) e quella da 15 pollici (38 cm).
Pertanto qualunque misura che non rientri negli standard soprattutto FCI è quindi un fuori-standard frutto spesso di incroci con meticci o il risultato di più gravi forme di nanismo.

Possiamo quindi affermare a gran voce che oggi il “Beagle Elizabeth” o il Beagle Nano non esistono.